PORTICI (NA). Presso la Reggia di Portici la sorprendente mostra "Materia" porta agli occhi dei visitatori una serie di manufatti ritrovati in ottime condizioni nel corso degli scavi archeologici a Pompei e a Ercolano. Testo e immagini a cura di Cynthia Penna.
di Cynthia Penna
Direttore artistico e curatore
ART1307 Napoli - Los Angeles
"Già la cenere cadeva sulle navi, più calda e più densa quanto più si avvicinavano; già cadevano anche pomici e pietre nere, arse e spezzate dal fuoco...
Nel frattempo dal monte Vesuvio risplendevano in parecchi punti larghissime strisce di fuoco e alti incendi... Ma il cortile da cui si accedeva alla sua stanza, riempito di ceneri e lapilli, si era talmente innalzato di livello che... sarebbe stata impossibile l'uscita... Infatti per frequenti e fortissime scosse i caseggiati traballavano e, quasi divelti dalle loro fondamenta, si vedevano ondeggiare ora da una parte ora dall'altra... D'altra parte all'aperto si temeva la caduta dei lapilli... Altrove era già giorno, lì una notte più nera e più fitta di tutte le notti... Poi delle fiamme ed un odore di zolfo annunciatore di fiamme spingono gli altri in fuga...".
Dalle Lettere di Plinio il Giovane a Tacito
Libro VI; Lettera XVI
[Eruzione del Vesuvio e morte di Plinio il Vecchio a Stabiae nel 79 d. C.]Â
Questo lo scenario di una delle più grandi catastrofi dell'umanità che seppellì in soli due giorni uomini e cose e che modificò l'assetto morfologico del paesaggio della Campania e del monte Vesuvio così come era stato fino ad allora. Tutti gli esseri viventi, non solo esseri umani ma anche flora e fauna furono annientati dalla furia dell'esplosione piroclastica e dei gas immessi nell'aria, mentre una coltre di cenere alta fino a 4 metri copriva tutto il contesto circostante.
E qui accadde un miracolo: è il miracolo della cenere che, coprendo i manufatti e in assenza di ossigeno, li "congela" preservandoli dalle intemperie e dalla distruzione per i secoli a venire.
La cosa più sorprendente è che si preservarono manufatti in legno di uso quotidiano come tavoli, mobili, letti che, proprio a causa del loro materiale, sarebbero dovuti essere completamente bruciati e ridotti a loro volta in cenere. Tutti questi manufatti, ritrovati quasi intatti negli scavi archeologici di Pompei ed Ercolano, sono ora oggetto di una delle più belle mostre di arte antica organizzate dal Parco Archeologico di Ercolano: la mostra titolata "Materia" che è stata allestita nelle prestigiose sale del Sito Reale di Portici, attualmente in corso fino al Dicembre 2023.
Non essendo un'archeologa non mi intrattengo sui rilievi tecnici relativi ai manufatti, ma piuttosto desidero porre l'accento sull'allestimento e sulla concezione intera della mostra in sé che vale da sola un viaggio in Campania.
Il percorso si dipana in un'atmosfera che non indulge a nessuna cupezza dell'ambiente; dopo un primo impatto allusivo alla catastrofe, subentra una sorta di calmo racconto fatto di voci e suoni che accompagnano il visitatore nel percorso di scoperta insieme a frasi di poeti e filosofi di tutti i tempi che si leggono in luogo delle didascalie relative ai singoli manufatti, queste ultime rintracciabili invece attraverso QR code posti accanto alle opere.
La sala riproducente il salone dei marmi della Casa del Rilievo di Telefo è un riallestimento scenografico in chiave contemporanea della stanza originaria che fa risaltare la geometria e il colore delle decorazioni marmoree originarie. Il soffitto sotto cui ci attardiamo a guardare i reperti lignei di questa sala, è un tripudio di forme geometriche e colori che, retroilluminati da una luce chiara e diffusa, ci immerge tout court in un luogo rilassante e "catturante". "Mi trovo ora in una bella città , una vera bella città (...) si cammina sul marmo, tutto è marmo: scale, balconi, palazzi…". (Gustave Flaubert)
Nella gallery fotografica: immagini della mostra (clicca sulle immagini per ingrandirle)
L'ambiente marino con i resti lignei di una piccola barca è avvolto in un'atmosfera rarefatta creata da teli bianchi di cotone che si muovono nell'aria, da una luce radiante azzurrognola che avvolge il contesto e dal rumore di uno sciacquio calmo e sereno delle acque del mare. Entrare in quell'ambiente e in quel suono frusciante e cadenzato e abbandonarsi ad esso per un momento, significa penetrare la bellezza di un sogno. "Se vuoi costruire una barca, non radunare uomini per tagliare legna, dividere i compiti e impartire gli ordini, ma insegna loro la nostalgia per il mare vasto e infinito". (Antoine de Saint-Exupéry).
Avanzando nel percorso un grande spazio scuro ma non tenebroso accoglie il visitatore che si trova immerso nel ventre di una casa ercolanense (il padiglione sul mare di Villa dei Papiri) con i suoi tavolini, cassepanche, letti, e mobili da dispensa intarsiati con metalli preziosi, gusci di tartaruga, decorati con statuette di avorio e contenenti bronzetti raffiguranti i guardiani della casa: i Larii e i Penati che avevano il compito di proteggere quella famiglia dall'assedio delle avversità . "Ho visto un grande armadio in un angolo e nel suo Larario erano posti i Lari in argento, una statuetta di marmo di Venere ed una pisside d'oro". (Caio Petronio Arbitro).
Nel "cielo di stelle" del soffitto posto sopra una "radura" di notte (realizzata con un moderno divano circolare di colore scuro), scorrono incessanti le frasi di antichi e moderni poeti a rappresentare l'intero pensiero umano nei secoli.
Un percorso espositivo non banale e non scontato che unisce in una coabitazione felice l'antichità e la contemporaneità rappresentata, quest'ultima, dalla tecnologia adoperata nell'allestimento e dalle teche in cristallo climatizzate che proteggono i manufatti come attuali scrigni preziosi e anch'esse opere dell'ingegno umano inarrestabile.
"Materia" quindi il titolo della mostra che rivolge la sua attenzione non solo al materiale di cui sono fatti i reperti: il legno, ma piuttosto vuole porre l'accento su quella peculiare capacità dell'essere umano di fondere l'intelletto, il pensiero e l'azione pratica del fare.
La materia naturale del legno viene plasmata da mani sapienti e queste mani si fondono al pensiero di filosofi e poeti del passato e del presente; il legno rude e naturale si ammanta di poesia, di una poetica dell'eleganza e della raffinatezza e di una spiritualità che nel mondo romano va ricercata nell'intelletto, nella cultura e nel senso di Bellezza. Una spiritualità terrena che non è fatta di religiosità , né di trascendenza, ma che deriva inesorabilmente ed irrimediabilmente dalla perfetta fusione tra il pensiero intellettuale e l'azione pratica come unica fonte di completezza dell'essere.
Le immagini delle opere che accompagnano il testo sono state gentilmente fornite da Cynthia Penna.
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