MILANO. Con l'Abbazia di Chiaravalle prosegue l'indagine sui complessi religiosi più affascinanti della Lombardia portata avanti da ARTSTART: un luogo profondamente legato alla storia di Milano, che tuttavia mantiene un carattere profondamente rurale e spirituale, tanto lontano dall'immagine ben più nota di metropoli moderna, frenetica, alla moda.

di Vittorio Schieroni
Direttore ARTSTART
L'Abbazia di Chiaravalle è una nuova tappa del percorso di scoperta dei luoghi religiosi della Lombardia che mi ha spinto a scrivere su ARTSTART della Certosa di Pavia, delle abbazie di Piona, Breme, Mirasole, Viboldone, Monluè e San Paolo d'Argon, dell'Eremo di Santa Caterina del Sasso Ballaro. Ho il piacere di rivederla in un pomeriggio invernale freddo, ma ingentilito dal sole, verso il tramonto, poche persone e un silenzio ricco di pace.
Per ripercorrere la storia di questo luogo antico, posto nel Parco agricolo Sud Milano, bisogna partire dalla sua fondazione avvenuta nel XII secolo per opera di San Bernardo di Chiaravalle come filiazione dell'Abbazia di Clairvaux, in Francia. Le prime strutture furono provvisorie e solo tra il 1150 e il 1160 venne incominciata la costruzione della chiesa attuale, che si protrasse fino al 1221. La tradizione narra che proprio qui, intorno all'anno Mille, i monaci cistercensi misero a punto la ricetta del formaggio Grana Padano, come espediente per conservare l'eccedenza di latte.
Nel corso del tempo il complesso subì modifiche e ampliamenti, con una fase d'importante sviluppo nella seconda metà del Quattrocento sotto il Cardinale Ascanio Maria Sforza, che chiamò il Bramante e Giovanni Antonio Amadeo per la costruzione del Chiostro Grande. Diversi artisti lavorarono all'abbazia, tra cui si citano Bernardino Luini in periodo rinascimentale e i Fiammenghini nel Seicento, che decorarono le pareti interne della chiesa.
Dopo la cacciata dei monaci da parte della Repubblica Cisalpina nell'anno 1798 e la trasformazione della chiesa in parrocchia, i beni ecclesiastici vennero venduti e ampi spazi del monastero demoliti; per assistere al ritorno dei cistercensi si dovette aspettare il 1952 con l'intervento del cardinale Alfredo Ildefonso Schuster.
Numerose le opere d'arte conservate in questo luogo ricco di spiritualità e bellezza, tanto legato alla storia di Milano: le possiamo ammirare ancora oggi, all'ombra dell'alta e maestosa torre nolare, chiamata nel dialetto milanese "Ciribiciaccola", che dal Trecento sembra ascoltare i pensieri dei monaci e dei fedeli che si raccolgono in preghiera nell'Abbazia di Chiaravalle.

Per informazioni sull'Abbazia di Chiaravalle: www.monasterochiaravalle.it.
Le immagini che accompagnano il testo sono state scattate da Vittorio Schieroni durante la sua visita all'Abbazia di Chiaravalle l'11 gennaio 2025.
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