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Arte contro il razzismo: Mark Steven Greenfield

LOS ANGELES. Nel nuovo appuntamento di "Arte dagli USA", Cynthia Penna, Art director e curatrice di ART1307, Istituzione culturale con sedi a Napoli e Los Angeles, ci parla di alcuni importanti interventi artistici realizzati negli Stati Uniti contro il razzismo.



di Cynthia Penna

Direttore artistico e curatore

ART1307 Napoli - Los Angeles


Oggi non possiamo prescindere dal parlare di quel che è accaduto ed ancora sta accadendo per le strade della città di Los Angeles e di tutta l'America a causa dell'omicidio di George Floyd da parte delle forze dell'ordine.

Nel disastro completo della situazione generale e delle proteste succedute al fatto, è emerso un momento artistico che ha veramente affermato con forza il vigore della rivendicazione di dignità da parte di tutte le etnie ma soprattutto degli Afro-Americani.

Quello che, insieme alla tristissima frase "I can't breath" pronunciata da Floyd poco prima di morire, è diventata uno slogan di rivendicazione è "Black lives matter" scritta a caratteri cubitali sul selciato della 16th street di Washington poco distante dalla Casa Bianca. Oltre ad essere stata autorizzata dalla sindaca di Washington Muriel Bowser come atto dal significato decisamente politico, il grande murale è stato concepito da 8 artisti che hanno deciso di rimanere anonimi e realizzato da volontari in una sola notte.

Quando ho visto la foto di questo grande murale devo ammettere che sono rimasta colpita dalla dimensione e dal disegno dei caratteri che è veramente sofisticato, nonché dalla scelta del colore giallo altamente impattante. Credo che camminarci sopra debba essere un'esperienza di profonda consapevolezza di qualcosa che non si può più tacere e nel contempo una esperienza di coscienza che senza rispetto e dignità per l'essere umano i popoli non possono sopravvivere.


"Greenfield ha la speciale peculiarità di dire cose molto dure con ilarità e leggerezza. Apparentemente le sue opere sembrano giocare con lo spettatore come nei cartoni animati e molti dei suoi personaggi sono cartoni animati; ma se li guardi più da vicino, ti sbattono in faccia la violenza degli abusi e la brutalità dei problemi razziali che ancora oggi pervadono alcune società contemporanee".


Artista di grande rilievo della comunità afro-americana di LA è Mark Steven Greenfield che è un grande poeta visivo. Artista, curatore, insegnante e mentore ha lavorato come direttore e curatore di molte istituzioni culturali di Los Angeles come il Watts Towers Art Center, la Municipal Art Gallery al Barnsdall Center, il Korean American Museum e come presidente della LA Artists Association / 825 Galleria.

Greenfield ha la speciale peculiarità di dire cose molto dure con ilarità e leggerezza. Apparentemente le sue opere sembrano giocare con lo spettatore come nei cartoni animati e molti dei suoi personaggi sono cartoni animati; ma se li guardi più da vicino, ti sbattono in faccia la violenza degli abusi e la brutalità dei problemi razziali che ancora oggi pervadono alcune società contemporanee. Il razzismo come modo di pensare e comportarsi.

Il suo lavoro è focalizzato sugli effetti degli stereotipi sulla cultura americana: la creazione di pregiudizi e preconcetti totalmente falsi nei confronti di una etnia o di una razza, serve a creare intorno ad essa un senso di sfiducia e mancanza di credibilità in modo da permettere alla cultura dominante di esercitare il proprio potere anche attraverso un paradigma intellettuale che ne giustifichi l'azione.


Le immagini pubblicate insieme al testo sono state gentilmente fornite da Cynthia Penna con l'autorizzazione di Mark Steven Greenfield.


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