NOVARA / ASTI. Due esposizioni ben riuscite in Piemonte danno lo spunto per qualche riflessione sull'offerta artistica destinata alla propria cittadinanza da parte di centri di medie e piccole dimensioni, iniziative che dovrebbero anche essere pensate per attirare visitatori dall'esterno facendo scoprire e rivitalizzando luoghi e territori ricchi di storia, cultura, beni architettonici e naturali.
di Vittorio Schieroni
Direttore ARTSTART
Le Feste mi hanno dato l'opportunità di prendere visione di due mostre particolarmente interessanti in altrettante città piemontesi, che mi sento di consigliare ai visitatori di ARTSTART che volessero iniziare il nuovo anno all'insegna dell'arte e del bello. Si tratta di "Milano. Da Romantica a scapigliata", aperta al pubblico fino al 12 marzo presso il Castello Visconteo Sforzesco di Novara, e di "Giovanni Boldini e il mito della Belle Époque", fino al 10 aprile ad Asti in Palazzo Mazzetti.
Se nella prima a essere protagonisti sono i Maestri della cultura figurativa ottocentesca attivi a Milano, artisti come Francesco Hayez, Giovanni Migliara, il Piccio, Tranquillo Cremona, Domenico e Gerolamo Induno, grazie alle cui opere possiamo ripercorrere l'evoluzione della pittura lombarda in decenni complessi e turbolenti, nella seconda è possibile ammirare un corposo nucleo di lavori di colui che ha saputo ritrarre in maniera incomparabile l'alta società a cavallo tra i secoli XIX e XX, affiancato in questa sede da altri grandi dell'epoca, da Giuseppe De Nittis a Federico Zandomeneghi.
Entrambe le esposizioni, che possono contare su una selezione di opere particolarmente pregevoli, hanno alcuni punti in comune che dovrebbero essere tenuti a mente quando un centro di medie o piccole dimensioni deve impostare la propria offerta culturale, per evitare ciò che troppo spesso ho potuto constatare in analoghi contesti, quando l'appiattimento su scelte di comodo e raffazzonate, con la preferenza per artisti e soggetti di scarso appeal o di ambito strettamente locale, produce risultati deludenti sia a livello economico sia d'immagine, iniziative puntualmente punite da un pubblico sempre più attento e consapevole, abituato a fare paragoni e a pretendere di vedere soddisfatte le proprie aspettative.
Realizzate in sedi prestigiose e di rilevanza storica, situate nel cuore cittadino, le mostre di Novara e Asti sono accessibili a livello di strutture, ben attrezzate per quanto riguarda i servizi offerti ai fruitori, possono inoltre contare su allestimenti curati e un percorso espositivo coerente. La scelta di soggetti e temi di richiamo e facilmente comprensibili, senza il ricorso a idee eccessivamente macchinose e concettuali, si rivela soluzione coerente per rispondere alle esigenze culturali dei cittadini, ma anche per attirare visitatori di diversa provenienza e dai grandi centri, innescando un processo di riscoperta della storia, della cultura e dei beni architettonici e naturali delle città, nei territori in cui esse sorgono. Un legame con i contesti in cui sono organizzati questi eventi che spesso permette di coinvolgere, valorizzandoli, alcuni pezzi appartenenti alle collezioni civiche.
Due belle scoperte, insomma, che mi hanno stimolato a visitare località che non conoscevo a sufficienza, vivendo l'esperienza della trasferta in luoghi della cultura: una scelta condivisa da molti altri appassionati d'arte, come sembra confermare il buon afflusso di pubblico che ho rilevato nel corso delle mie visite al Castello di Novara e Palazzo Mazzetti.
Per informazioni su "Milano. Da Romantica a scapigliata": www.ilcastellodinovara.it Per informazioni su "Giovanni Boldini e il mito della Belle Époque": www.museidiasti.com
Le immagini che accompagnano il testo sono state scattate da Vittorio Schieroni nel dicembre del 2022 e nel gennaio del 2023 e sono state rielaborate dall'autore con un intervento grafico e artistico. A sinistra "Il ritorno dal campo" di Gerolamo Induno, 1869, olio su tela, 96 x 78,5 cm, courtesy Enrico Gallerie d'Arte, Milano; a destra "Mademoiselle de Nemidoff" di Giovanni Boldini, 1908, olio su tela, 232 x 122 cm, collezione privata, courtesy Museoarchives Giovanni Boldini Macchiaioli, Pistoia (cat. 65).
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