Klara Spinner vs Claire Vasarely
- ARTSTART
- 21 lug
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AIX-EN-PROVENCE (FR). Cynthia Penna approfondisce la figura dell'artista Claire Vasarely, pseudonimo di Klara Spinner e moglie di Victor Vasarely, grazie a un'interessante mostra alla Fondation Vasarely.

di Cynthia Penna
Art curator, Art director ART1307
Napoli - Los Angeles
La bellissima mostra in corso alla Fondation Vasarely di Aix-en-Provence rende finalmente omaggio e giustizia alla figura artistica di Klara Spinner meglio conosciuta come Claire Vasarely, moglie di Victor Vasarely.
Come tante donne della sua generazione (e non solo) Claire vide la sua personalità artistica offuscata da quella del più famoso marito fino a giungere ad un volontario e consapevole abbandono della sua carriera (1952) per dedicarsi interamente alla promozione di quella di lui.
La sua storia ricorda quella di Luchita Hurtado, moglie del più famoso Lee Mullican e madre di John, che dovette attendere il compimento dei suoi 99 anni nel 2019 per assistere alla consacrazione del suo lavoro di una intera vita, con le due mostre personali presso la Serpentine Gallery di Londra e il LACMA di Los Angeles pochi mesi prima del suo decesso. (vedasi l'articolo a mia firma pubblicato da ARTE IN nell'Ottobre 2024)
Nel caso di Claire Vasarely il riconoscimento è avvenuto molto più tardi e grazie alla Fondazione da lei stessa creata insieme al marito nel 1976.
Il caso di Claire Vasarely, nata Klara Spinner, rientra in quei "cold cases" o meglio tra quelli delle figure dimenticate di cui la storia dell'arte è ben feconda già a far data da Artemisia Gentileschi che fu "negata" dal novero della Grande Arte per secoli fino ad un attuale riconoscimento addirittura come una delle fondamentali voci e presenze di tutta la storia dell'arte Italiana.
Purtuttavia con la mostra dal titolo "Claire Vasarely, une vie dans la couleur" (fino al 15 Febbraio 2026), il riscatto di Klara pare risolto attraverso l'accento sulla indipendenza ideologica e tecnica sempre rivendicata dall'artista rispetto a Victor. Nel 1929 la Spinner si iscrisse in Ungheria alla scuola di arti grafiche Muhely creata da Sandor Bortnyik ex studente presso la Weimar Bauhaus e fu pertanto introdotta al rigore formale e geometrico del movimento mentre seguiva i corsi di tipografia e disegno grafico che le permisero di lavorare inizialmente nel campo della pubblicità. La sua attività di grafica pubblicitaria continuò anche a Parigi dove visse gli anni '30 accostando questa attività a quella di disegnatrice di motivi per stampe di tessuti per le seterie di Lione. Durante la seconda guerra mondiale rientrò a Budapest dove si dedicò all'attività di giornalista per riviste di moda iniziando gli Ungheresi al mondo culturale parigino e creando una sorta di ponte culturale tra i due paesi. Interessantissimi di quell'epoca sono gli schizzi e i disegni raffiguranti uno spaccato della società borghese di inizio secolo delle due città: Budapest e Parigi con dettagli precisi su due mondi culturali apparentemente tanto diversi. Rientrata a Parigi dopo la guerra si dedicò al disegno per tappeti per l'atelier Tabard a Aubusson prima di abbandonare definitivamente la sua carriera di artista nel 1952.
I temi sviluppati nell'arte della Spinner sono estremamente variegati e spaziano dai motivi del folklore ungherese, alle favole e leggende della tradizione Transilvanica, ai motivi floreali della produzione per le industrie tessili, ai motivi geometrici e optical della produzione per la manifattura dei tappeti.
Non va ignorata la valenza "pittorica" delle sue opere tessili: dalle prime opere di richiamo ai valori concettuali della Bauhaus, ai disegni di tipo "floreale" per i tessuti e le stampe su seta della manifattura di Lione, fino ad un certo ritorno a schemi e composizioni più geometriche nelle tessiture di tappeti e nelle pochissime opere prodotte a 4 mani con Victor Vasarely.
Non può non rimarcarsi in alcune opere soprattutto legate alla grafica pubblicitaria un senso dell'umorismo e del sarcasmo che ricorda un certo periodo del nostro Fortunato Depero legato anch'egli alla grafica per la pubblicità; l'ironia espressa sia nelle forme di alcune figure astratte e soprattutto nell'uso spregiudicato del colore, la rende un'artista innovativa e legata al mondo delle avanguardie culturali dell'epoca.
Il mondo della favolistica e della fantasia si esprime invece in alcune opere affollate di personaggi che sembrano "galleggiare" immersi in un mondo naturale altrettanto irreale che ricorda certe composizioni di Marc Chagall dove i personaggi sembrano fluttuare nella Natura immersi in un'atmosfera sognante e irreale. Mentre in Chagall appare evidente la radice del folklore ebraico, nella Spinner è evidente la traccia della favolistica ungherese e transilvanica.
La forza artistica della Spinner si estrinseca completamente nella produzione dei cartoni per la fattura dei tappeti di Aubusson dove l'impianto geometrico si fonde con immagini di notevole forza espressiva e soprattutto le colorazioni si presentano, intense, quasi aggressive ed espressione di una raggiunta maturità stilistica e coloristica che marca con decisione la sua presenza nel mondo dell'arte. Anche Klara, non solo Victor, imposta queste opere su un impianto "optical" di nuova generazione, ma la sua specificità si ritrova tutta nel perfetto bilanciamento tra una base espressiva di stampo decisamente geometrico e l'inserimento su questo impianto di una figurazione ideale e surreale che indulge ancora una volta su un mondo favolistico, irreale e sognante. Le linee optical azzardano una organizzazione dello spazio pittorico che viene però sistematicamente interrotto da altre linee geometriche in sovrapposizione o in affiancamento che richiedono uno sforzo percettivo-visivo da parte dello spettatore in puro stile optical. Purtuttavia la Spinner riesce a trovare un bilanciamento e un accordo quasi musicale tra forme organiche naturali ridotte alla loro essenza geometrica (pur senza perdere la loro specificità di "Natura") e questo impianto optical, addolcito solo dall'uso creativo e azzardato del colore.
Forme umane ridotte alla loro essenzialità geometrica e forme naturali si interfacciano con fondi geometrici "puri" in una assonanza di colori che le contiene tutte e le esalta.
Klara Spinner non ha paura né del colore, né della forma, anzi invade il campo pittorico rendendolo pieno, quasi affollato di elementi che si alternano e si intrecciano tra loro senza perdere mai la propria individualità e una totale leggibilità dell'opera tutta.
Ed è così che a dispetto del tempo, delle convenzioni sociali e culturali, di un certo tentativo di occultamento e di oblio operato da una società, quella artistica, decisamente maschilista e discriminante, la sua figura emerge prepotente nel mondo variegato dell'arte Francese del secolo scorso.
Nella gallery fotografica: immagini scattate da Cynthia Penna alla Fondation Vasarely (clicca sulle immagini per ingrandirle)
Le immagini pubblicate insieme al testo sono state gentilmente fornite da Cynthia Penna con approvazione della Fondation Vasarely.
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