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Castello di Piovera, nobile dimora del Piemonte

ALLUVIONI PIOVERA (AL). Vittorio Schieroni visita l'affascinante Castello di Piovera in compagnia del suo proprietario, il conte Niccolò Calvi di Bergolo: un luogo intriso di storia, natura e arte reso in questi giorni ancora più evocativo dalla luce e dai colori caratteristici della stagione autunnale.



di Vittorio Schieroni

Direttore ARTSTART


Un dolce pomeriggio d'autunno, vigilia di Ognissanti, mi sono trovato fuori dalle mura del Castello di Piovera, dimora trecentesca immersa in un ampio e rigoglioso parco, un luogo che da tempo desideravo visitare. L'occasione si è presentata con la mostra "Antichi strumenti di Tortura e Pena di morte" aperta al pubblico tra ottobre e novembre, progetto con finalità culturali, didattiche e divulgative realizzato in collaborazione con Esposizione Criminologica Nazionale, una delle numerose iniziative di carattere pubblico o privato che si tengono in questa suggestiva cornice.


Sorto nel XIV secolo come fortezza su antecedenti accampamenti di origine romana, longobarda e carolingia, il castello fu rimaneggiato duecento anni più tardi e in età tardo barocca, passando a molteplici possessori, dalla famiglia Di Mandello, che amministrò queste terre per i Visconti e gli Sforza, ai Balbi, fino al suo attuale proprietario, il conte Niccolò Calvi di Bergolo, che dal 1967 lo preserva e propone ai visitatori interessanti percorsi storico-artistici e workshop d'arte.


Nella gallery fotografica: Castello di Piovera (clicca sulle foto per ingrandire)


Ѐ proprio la carismatica personalità di quest'ultimo a conferire un carattere unico a questo maniero, grazie al quale le presenze del passato si trovano in armonico dialogo con la natura e con l'arte, avendo lui stesso una parte attiva in questo rapporto come "Cultore della Materia", una definizione che trova più congeniale rispetto a quello di "artista". Grazie al tempo che mi ha dedicato ho potuto addentrarmi in alcune zone del castello solitamente interdette agli ospiti, salendo in cima al maschio e accedendo allo studio-atelier, dove ho potuto ammirare le sue opere di scultura e i suoi disegni, uno dei quali mi è stato generosamente donato dopo averlo realizzato sul momento. Partendo da un foglio bianco e una matita nera il Maestro insegna a liberare le proprie emozioni mediante l'urlo e a lasciare sulla carta un segno: risultati di questa tecnica sono composizioni fatte di linee e forme geometriche potenzialmente sviluppabili all'infinito, lavori per cui il gesto e la voce sono componenti fondanti e imprescindibili.


La visita al Castello di Piovera si è rivelata per me un'esperienza coinvolgente, complici le sensazioni che la natura in questa stagione è capace di trasmettere e le atmosfere di una residenza d'epoca che custodisce al suo interno collezioni davvero particolari, dagli strumenti musicali ai fossili, dalle radici agli attrezzi che hanno caratterizzato il lavoro contadino di una volta. Un luogo che Niccolò Calvi di Bergolo, affiancato da suo figlio Alessandro, ha scelto di condurre dal passato al presente, conservandolo con amore e passione per le future generazioni.


Nella gallery fotografica: Vittorio Schieroni e Niccolò Calvi di Bergolo (clicca sulle foto per ingrandire)


Per informazioni sul Castello di Piovera e sulle iniziative che vi si svolgono: www.castellodipiovera.it

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