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Salone del Mobile: da Milano al mondo - intervista a Maria Porro

MILANO. A due mesi dall'ultima edizione di Salone del Mobile.Milano, Vittorio Schieroni intervista Maria Porro, che dal 2021 ne è Presidente. La Manifestazione, nata nel 1961 per promuovere le esportazioni italiane dell'industria dell'arredo e dei suoi complementi, è diventata un punto di riferimento a livello internazionale per il settore, attirando in città grandi aziende e startup per presentare al mondo le proprie proposte.


Nella foto: Maria Porro


Intervista di Vittorio Schieroni

Direttore ARTSTART


Vittorio Schieroni: Vorrei iniziare questa intervista con un bilancio dell'edizione da poco terminata del Salone del Mobile. Quali sono i principali risultati conseguiti nel 2023?


Maria Porro: Sicuramente è stata un'edizione di grande soddisfazione, con 307.418 presenze in sei giorni, il 15% in più rispetto al 2022, il ritorno dei cinesi e gli stand affollati per tutta la settimana da visitatori di qualità e provenienza globale (il 65% arrivava dall'estero), che hanno confermato il ruolo internazionale del Salone del Mobile.Milano. Al di là del risultato quantitativo, da questa edizione, abbiamo tratto diverse lezioni importanti: abbiamo imparato che si può riprogettare un evento grandissimo come il Salone per traghettarlo nel futuro, che si può vincere la partita della sostenibilità quando tutto il sistema rimane coeso, che si possono immaginare e utilizzare nuovi contenuti per generare conoscenza, crescita, valore. Siamo soddisfatti di come siamo riusciti a mettere al centro il visitatore, che con facilità ha gestito i proprio percorsi e incontrato le aziende desiderate; dell'opportunità data agli espositori di presentarsi anche ai nuovi interlocutori con cui sono venuti in contatto grazie al nuovo layout; di aver proposto momenti di conoscenza e crescita grazie ai tanti talk, alle tavole rotonde e a tutte le mostre pluridisciplinari allestite nei padiglioni di Euroluce. Abbiamo investito sulla qualità e spero che tutti lo abbiano percepito insieme alla nostra volontà di offrire un'esperienza nuova, globale e consapevole.


Il contesto internazionale non è certo privo di criticità sotto molteplici aspetti, ma si avverte una profonda voglia di ricominciare. Cosa è maggiormente cambiato rispetto all'edizione del 2019, precedente la pandemia?


Il mondo è cambiato in questi anni e il Salone, che è sempre stato un motore di innovazione e un anticipatore di tendenze, non poteva non evolvere per rispondere ai nuovi bisogni delle aziende del nostro settore. Lo abbiamo fatto nel 2021 inventando Supersalone, primo evento globale dopo i mesi durissimi della pandemia, con l'edizione dello scorso giugno, quando siamo tornati al format tradizionale, accogliendo la sfida della sostenibilità, e abbiamo continuato a farlo con l'edizione del 2023. Dopo moltissime riflessioni sul futuro delle fiere e altrettanti confronti con le aziende espositrici e i designer, gli architetti e i professionisti che ogni anno popolano il Salone, abbiamo optato per una revisione del format espositivo. È da questa energia positiva e costruttiva che sono scaturite le tre importanti novità di questa edizione: l'unico livello espositivo, con gli espositori dei padiglioni superiori ricollocati in quelli inferiori per semplificare e migliorare l'esperienza di visita; il nuovo layout di Euroluce, che, grazie a un percorso ad anello ha riportato aziende e visitatori al centro della Manifestazione; la componente culturale, che abbiamo integrato negli spazi della biennale grazie a mostre, talk, workshop, installazioni site-specific.


Milano, la creatività, arredamento e design. Da dove nasce, secondo lei, il rapporto particolarmente virtuoso tra questa città e il Salone del Mobile?


Milano è il Salone e il Salone è Milano. Il Salone del Mobile è un sistema di connessioni, creatività e innovazione che affondano le proprie radici in questa città. In una settimana, confluiscono a Milano per l'evento oltre trecentomila persone: sono imprenditori, giornalisti, collezionisti, intellettuali, critici, designer, architetti, creativi, cultori del bello. Si ritrovano ogni anno nella settimana del Salone in una città che non ha mai dimenticato la sua profonda e autentica vocazione all'innovazione e alla creatività e che li accoglie con una rete di opportunità vastissima. Qui non si realizzano semplicemente progetti belli ma si crea ogni volta qualcosa di nuovo, si fa un passo in più e in avanti, si anticipano il futuro e si diventa un modello, proprio come il Salone del Mobile che, con quest'ultima edizione, per esempio, ha dato un'accelerazione al processo di trasformazione ed evoluzione dell'evento fieristico. Come il Salone, la città sta vivendo una fase di grande trasformazione, una rigenerazione urbana che si ispira a principi di sostenibilità ambientale e inclusione, valori che la Manifestazione ha scritti nel proprio DNA e che, anno dopo anno, rende concreti in maniera sempre più evidente. Penso allora che Milano e il Salone abbiano in comune cinque aspetti fondamentali: lavoro, concretezza, energia, entusiasmo e bellezza.


Il Salone ogni anno rivitalizza l'intera città, che in quella settimana si arricchisce di innumerevoli eventi Fuorisalone. C'è un dialogo tra la Manifestazione da lei presieduta e tutto ciò che accade intorno a essa nel momento del suo svolgimento?


Il Salone oltre a essere un'istituzione imprenditoriale, è anche un operatore di cultura presente all'interno della città da ben 61 anni e, proprio per questo, in costante dialogo con tutti gli attori e i protagonisti che in quella settimana riempiono Milano di eventi, incontri, creatività. Ricordiamoci che il Fuorisalone è nato proprio perché esisteva il Salone. Inoltre, è in città che il Salone ha sempre realizzato i propri eventi e queste presenze al di fuori del recinto fieristico hanno rappresentato un'alternativa al tradizionale modo di fare produzione culturale a Milano, coinvolgendo non solo esperti del design e grandi progettisti, ma anche i cittadini. La città per il Salone non è solo una quinta espositiva ma un tessuto nel quale far "accadere" il design. Inoltre, a riprova della propria vocazione al servizio per la città, il Salone ha rinnovato il Progetto Accoglienza, frutto della cooperazione con il Comune di Milano, Fondazione Fiera e le principali scuole di design della città; questa collaborazione ha visto la presenza di numerose postazioni di benvenuto dislocate nei punti nevralgici della metropoli, presidiate da un centinaio di studenti che hanno fornito al pubblico indicazioni sulla mobilità in città, sulla fiera stessa e anche sugli eventi principali che si sono svolti a Milano in quella settimana. Infine, a sottolineare l'apertura allo scambio e alla circolazione di idee e di cultura, e quanto sia forte e di valore il legame con Milano, il Salone ha anche rinnovato per il terzo anno consecutivo la collaborazione con Fondazione Teatro alla Scala. Un connubio nato dalla volontà di coniugare valori comuni e che ha il duplice obiettivo di promuovere e valorizzare un'icona culturale di Milano e, al contempo, offrire alla comunità internazionale del design l'occasione di vivere un'esperienza che solo Milano può offrire.


Il Salone e gli eventi o le biennali da voi organizzati, come SaloneSatellite, Euroluce, Il Salone Internazionale del Bagno ed EuroCucina, riuniscono migliaia di brand espositori. Come avviene la selezione delle aziende partecipanti?


Il Salone cerca sempre di lavorare non sulla quantità degli espositori ma sulla qualità della Manifestazione, dei progetti esposti, dei percorsi di visita, dei contenuti non solo commerciali ma anche culturali. Il Salone ascolta ed è pronto ad accogliere tutte le aziende con cui si confronta. Ma per garantire gli altissimi livelli qualitativi che tutto il mondo gli riconosce, deve operare scelte strategiche a livello di numerica di aziende espositrici, esaminarne attentatamene l'heritage e il tasso di innovazione, sostenibilità e creatività che propongono. Solo così possiamo garantire che la straordinaria disponibilità a mettersi in gioco di questa Manifestazione, il suo sforzo al miglioramento continuo, alla ricerca di nuove formule, dia vita, anno dopo anno, a edizioni in grado di generare valore per l'intero settore dell'arredo e per tutta la design community.


Per concludere, ci può fornire qualche anticipazione sulla prossima edizione del Salone del Mobile, che si terrà nell'aprile del 2024?


Abbiamo già iniziato a lavorare al 2024: stiamo progettando un'evoluzione e un rinnovamento delle formule delle prossime biennali, quelle dedicate a cucina e bagno, come fatto quest'anno per la luce, durante la settimana del Salone abbiamo realizzato un migliaio di interviste a espositori e visitatori per un confronto e un feedback su quanto di nuovo realizzato in questa edizione e stiamo già pensando a come alzare l'asticella della sostenibilità sia per la Manifestazione stessa sia per gli espositori. Come mi immagino quindi il prossimo Salone? Sempre più di valore e qualità, inclusivo, un vero motore di innovazione.


L'intervista di Vittorio Schieroni a Maria Porro è stata realizzata tra maggio e giugno 2023.
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