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Allenare la bellezza: intervista a Daniele Scanga

MILANO. Vittorio Schieroni intervista per ARTSTART Daniele Scanga, artista e designer impegnato nella realizzazione di complementi d'arredo di grande bellezza e originalità. Di origini calabresi, vive da anni in Salento, dove nel suo studio crea opere d'impronta minimalista, con un carattere ben definito e una profonda attenzione nei confronti della scelta dei materiali da impiegare nella realizzazione di pezzi unici. Conosciamolo indagando i diversi aspetti della sua attività creativa di "art designer", direttamente tramite le sue parole e attraverso una gallery fotografica con le immagini di alcune delle sue più recenti realizzazioni.


Nella foto: Daniele Scanga


Intervista di Vittorio Schieroni

Direttore ARTSTART


Vittorio Schieroni: Quando è nato e come si è sviluppato il tuo percorso creativo, tra arti visive e applicate?


Daniele Scanga: Non conosco una data precisa, ma ricordo di essere stato molto piccolo. Poi, come tutti, sono cresciuto. All'età di tredici anni mi sono trovato di fronte alla scelta da compiere riguardo al percorso scolastico: la scelta. Eccomi qui, tre giorni di liceo artistico e poi, mio malgrado, la svolta. Da umanista a ragioniere. Scelte familiari che per un periodo della mia vita mi hanno condizionato. Non ho mai tralasciato però la passione e l'attaccamento profondo per l'arte, testimoniato anche dagli studi conseguiti dopo il percorso scolastico. Nel 2015 la svolta decisiva: abbinare i miei quadri a oggetti di arredamento che fossero anche loro, come le opere pittoriche, unici ed irripetibili. Definirei il mio percorso in tre parole: passione, senso di colpa, ribellione.


Qual è il legame che sussiste tra la pittura e la realizzazione di complementi d'arredo?


La pittura è l'istinto, l'azione. I complementi di arredo un istinto disegnato.

Le tue realizzazioni sono pezzi unici che fondono arte, artigianato e design: il disegno di partenza può essere lo stesso, ma nessuna di esse sarà mai del tutto uguale a un'altra. Come nascono i tuoi progetti, che da un'idea prendono forma fisica in sedie, tavoli, consolle o altri mobili?


Semplicemente posso dirti che dal lavoro passato ho spostato il baricentro da me verso l'esterno. Da osservatore distaccato, sono arrivato a guardare qualcosa e ammirarlo, per cercare un avvicinamento emotivo. Quindi, ho cominciato ad allenare la bellezza. L'opera inizia dalla bellezza, immagino uno spazio vuoto, spesso bianco, perché lo considero elemento attivo. Poi mi concentro su quello che devo realizzare. Poi, i materiali, questi rappresentano sentimenti ed emozioni. Potrei definire il tutto con una semplice frase: insegno al mio cuore a vedere.


(l'intervista continua dopo la gallery fotografica)

Nella gallery fotografica: una selezione di opere di Daniele Scanga (clicca sulle immagini per ingrandirle)


La natura è un punto di riferimento irrinunciabile nella creazione dei tuoi lavori. Puoi parlarci del tuo personale rapporto con essa?


La natura siamo noi, considerare ciò che ci circonda, umani e materia e - perché no? - anche gli extraterrestri. Siamo una palla troppo piccola nell'universo… la cosa più naturale possibile credo che sia l'amore e io sono uno di quelli innamorati del creato e della sua essenza. Radicato sulla terra, ma con un messaggio profondamente metafisico.


I materiali che compongono i tuoi lavori sono accuratamente selezionati all'origine. Come avviene la scelta di un materiale e del suo impiego in uno specifico progetto?


Questo per me si riallaccia a quello che dicevo nella riflessione precedente. La materia ci fa godere di tutti i cinque sensi: l'olfatto, il tatto, la vista e poi gli altri fanno riemergere in me la fortuna di essere su questo mondo, pregiandomi di lavorarli. Non è tutto ovvio. Come le mie realizzazioni, la funzionalità non è ovvia.


Puoi rivelare se stai lavorando al progetto di una nuova realizzazione e darne qualche anticipazione?


Sì, sto lavorando a qualcosa per me nuovo. Una collezione chiamata "Nero". Mi rimanda agli aspetti interiori, oscuri e misteriosi. L'inesplorato, sconosciuto e potenzialmente insidioso, ma ricco di impulsi creativi. Perché il nero assorbe tutta la luce.


Tutte le immagini che accompagnano il testo sono state gentilmente fornite da Daniele Scanga.

Intervista rilasciata da Daniele Scanga a Vittorio Schieroni nel marzo del 2024.

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