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Maurizio Harari: tra archeologia e arte contemporanea

PAVIA. In occasione della mostra personale di Alex Pinna, Artista e Docente di Scultura all'Accademia di Belle Arti di Brera, esposta in questi giorni presso il Museo di Archeologia dell'Università di Pavia e la Biblioteca di Storia dell'Arte dell'Ateneo, rivolgiamo alcune domande al Prof. Maurizio Harari, Direttore del Museo, per scoprire la storia e le collezioni di questa importante Istituzione.

"Time", a cura di Vittorio Schieroni (Critico e Curatore d'arte contemporanea e Direttore di ARTSTART), Anna Letizia Magrassi Matricardi (Curatrice del Museo) e Paolo Campiglio (Docente di Storia dell'Arte contemporanea dell'Università), sarà aperta al pubblico fino a sabato 18 novembre, con finissage e presentazione del catalogo della mostra alle ore 16.

ARTSTART, media partner dell'evento, pubblica insieme al testo una gallery fotografica con immagini di "Time" presso il Museo.


Nella foto: Vittorio Schieroni, Alex Pinna, Anna Letizia Magrassi Matricardi e Maurizio Harari durante la presentazione di "Time"


Intervista di Vittorio Schieroni

Direttore ARTSTART


Vittorio Schieroni: Le opere di Alex Pinna offrono al visitatore del Museo la possibilità di vivere un'esperienza inedita attraverso il dialogo tra antico e contemporaneo. Quali impressioni ha suscitato in lei il rapporto tra le sculture dell'artista e i reperti archeologici che sono qui conservati?


Maurizio Harari: L'idea di esporre opere d'arte contemporanea nelle sale di un museo archeologico e addirittura nella stretta contiguità delle medesime vetrine non è ovviamente inedita, e se ne contano ormai numerosi esempi in Italia e all'estero. Ma debbo dire che le figurine magre e aggraziate di Alex Pinna, con la loro semplicità cromatica (bianche o nere) e la pulizia dei loro profili, paiono aver trovato fra terrecotte e bronzetti un'immediata e naturale ospitalità. Intendo dire che in questi accostamenti non c'è nulla di quella retorica banalmente oppositiva, che mette a confronto alterità cronologiche e culturali più o meno accentuate, compiacendosi di sottolinearne le impreviste affinità morfologiche. In questo caso, al contrario, il dialogo tra antico e moderno è governato dalla regia dell'Artista medesimo, che ha cercato, con autentico successo, di produrre relazioni formali nuove e coerenti. Ciò che tiene assieme l'operazione e la rende felice è, mi pare, l'umorismo affettuoso che accompagna costantemente questo singolare dialogo. Non a caso, mi è venuto alla mente quell'episodio del Pinocchio, in cui il burattino fabbricato da Geppetto si reca al Teatro di Mangiafoco e viene subito riconosciuto come tale, cioè come un burattino, dai colleghi impegnati in palcoscenico: così le statuine antiche del nostro Museo sembrano aver accolto, con spontanea allegria, i singolari visitatori confezionati da Pinna.


L'esposizione fa parte degli "Incontri d'arte", un progetto curato da Anna Letizia Magrassi Matricardi e da Paolo Campiglio che ha preso il via nel 2018 con il proposito di coinvolgere alcuni artisti contemporanei all'interno dei suggestivi spazi del Museo. Quali sono, secondo lei, i principali risultati di questa iniziativa?


Un primo risultato, banale ma per noi molto importante, riguarda l'apprezzabile afflusso di pubblico, positivamente sollecitato da queste iniziative. In termini culturali, ritengo significativo mostrare anche in tal modo che il museo non è un contenitore puramente conservativo di manufatti più o meno preziosi, ma un luogo metamorfico e sorprendente, che deve stimolare confronti di forme e associazioni di idee e creare continue premesse di curiosità.


Ci può raccontare brevemente la storia di questo Museo?


È un museo universitario di archeologia, nato nel 1820 con finalità eminentemente didattica per lungimiranza di Pietro Vittorio Aldini, primo titolare della cattedra pavese. Si è alimentato con acquisti per lo più provenienti dal mercato antiquario del XIX secolo; nella prima parte del Novecento si sono aggiunti doni dai Musei Vaticani e prestiti dal Museo Nazionale di Napoli. È collocato nella Sala della Crociera della fabbrica quattrocentesca dell'Ospedale di San Matteo, sovrastata da una cupola del XVIII secolo, prossimamente interessata da lavori di restauro, che comporteranno un non breve periodo di chiusura.


Quali tipologie di reperti trovano qui la propria collocazione?


Trattandosi di una raccolta mirata all'insegnamento dell'archeologia e della storia dell'arte greca e romana, i materiali sono vari e di varia provenienza: ceramiche protostoriche, micenee, magnogreche a figure rosse, etrusche a vernice nera e a sovraddipintura; votivi fittili (teste e anatomici); bronzetti etruschi, romani, rinascimentali; sculture in marmo (fra cui la sola testa di un'eccellente copia romana della famosa Afrodite Sosandra di Calamide); capitelli e iscrizioni; calchi e copie ridotte in gesso di statue e bassorilievi celebri; un ampio monetiere. Sono altresì esposti alcuni materiali egizi: due mummie, un papiro iscritto e alcune figurine shabti.


Al termine della mostra di Alex Pinna il Museo di Archeologia chiuderà al pubblico per due anni a causa di un intervento edilizio di restauro. Sono in programma delle iniziative al di fuori della sua sede tradizionale, in attesa della riapertura?


Certo abbiamo allo studio mostre di oggetti selezionati, da collocare in altro spazio, purché adeguato, dell'Ateneo; ma non sono in grado, per il momento, di dare precise anticipazioni.


Nella gallery fotografica: immagini dell'allestimento e delle serate d'inaugurazione di "Time" presso il Museo di Archeologia dell'Università di Pavia e la Biblioteca di Storia dell'Arte dell'Ateneo (clicca sulle immagini per ingrandirle)


Alex Pinna. "Time"

Evento con il Patrocinio del Comune di Pavia, aderente alla Diciannovesima Giornata del Contemporaneo promossa da AMACI - Associazione dei Musei d'Arte Contemporanea Italiani

7 ottobre - 18 novembre 2023 Inaugurazione avvenuta sabato 7 ottobre ore 16

Inaugurazione Biblioteca di Storia dell'Arte avvenuta mercoledì 4 ottobre ore 18

Finissage con presentazione del catalogo sabato 18 novembre ore 16

Orari Museo: lunedì ore 14 - 17, mercoledì 14 - 17, giovedì 09 - 12; ogni terzo sabato del mese 10 - 18

Orari Biblioteca: lunedì - venerdì ore 08.30 - 19

Accesso alla mostra compreso nel biglietto d'ingresso del Museo

Museo di Archeologia - Università degli Studi di Pavia, Palazzo Centrale

Strada Nuova 65, 27100 Pavia

+39.0382.984896 - 984199

Gli organizzatori della mostra desiderano ringraziare Fabrizio Somaschini, Agenzia Allianz Pavia Vincenzo Tambone - Andrea Sampietro; comunicazione della mostra a cura di Vittorio Schieroni Press e Comunicazione; media partner ARTSTART; materiale cartaceo stampato da Paolo Enrico Malinverni - Grafica & Stampa.


L'intervista è stata realizzata nel mese di novembre 2023.
Le foto che documentano la mostra e le serate d'inaugurazione presso il Museo e la Biblioteca sono state scattate da Alessandra Biffi, Giuseppe Bruni, Pierino Sacchi, Vittorio Schieroni.


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