"ORObyRUFFINO": un connubio tra arte e vino in continua evoluzione
- ARTSTART
- 25 apr
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 25 apr
MILANO. L'evento Milano Design Week 2025 della storica azienda vinicola toscana Ruffino in un articolo di Elena Amodeo per la rubrica "Vinum et Amo" di ARTSTART.

di Elena Amodeo
Art Consultant, Wine Specialist
Co-Owner MADE4ART
Vino e cultura. Tradizione e creatività. Con "ORObyRUFFINO. THE ART OF CONNECTION" la storica azienda vinicola toscana Ruffino ha celebrato anche quest'anno in occasione della Milano Design Week il legame tra mondo del fine wine, arte e design come simboli della cultura italiana. Un progetto, "ORObyRUFFINO", in continuo divenire e inaugurato con la prima mostra nel 2024 "One Exhibition Six Golden Visions" sempre in occasione del Fuorisalone del Mobile, composta da sei opere uniche realizzate dagli artisti e designer Filippo Carandini, Rachel Lee Hovnanian, Chiara Lorenzetti, Ettore Marinelli, Tristano di Robilant e Officine Saffi che con il proprio estro e la propria sensibilità avevano interpretato il concetto di "ORO" ispirandosi al vino Riserva Ducale Oro di Ruffino. "ORO" espresso nella sua valenza estetica ma anche semantica, come elemento alchemico di mutamento e di elevazione, un richiamo simbolico anche al complesso e alquanto affascinante processo della vinificazione, una serie di trasformazioni biochimiche che portano dall'uva al vino.
Per la nuova edizione del 2025, presentata presso la Triennale di Milano, luogo cardine per la storia e l'innovazione nel campo del design e della creatività, il concetto di "ORO" si è rinnovato ed evoluto attraverso il principio della "connessione" come incontro tra culture, territori, tradizioni e relazioni umane. Il progetto, curato insieme alla Triennale, ha coinvolto cinque artisti e designer italiani e internazionali che hanno saputo interpretare con estrema raffinatezza e capacità creativa questo messaggio: Agustina Bottoni con "Grappolo", Beatrice Dettori con "Grafemi", Uroš Milić con "Forme di dialogo", Studio Martinelli Venezia con "Simposio" e Studio Millim con "Omnes".
Accedere alla mostra è stato come entrare in uno scrigno. Tutto il percorso era incorniciato da un separè alquanto suggestivo, che rendeva la mostra un unicum rispetto agli altri allestimenti presenti nel Museo: finissime e dorate catene che dal soffitto pendevano fino a terra, come eteree tende di corde intrecciate in macramè dove, tra giochi di luce e curiosi interspazi che facevano intravedere l'esterno, conducevano lo spettatore attraverso il percorso espositivo.
A dare inizio al viaggio una bottiglia di Riserva Ducale Oro Chianti Classico Gran Selezione Docg, prodotto anche in una serie di magnum a edizione limitata, fulcro di tutto il progetto e posta come una scultura su un piedistallo. Un vino ottenuto all'80% da uve Sangiovese e da un blend di Merlot, Cabernet Sauvignon e altri vitigni complementari selezionati dai vigneti delle tenute Gretole e Santedame in Castellina in Chianti, cuore del Chianti Classico. Un'eccellenza che per struttura, eleganza e complessità di un bouquet che si evolve e sorprende, incarna proprio i valori di questo progetto artistico.
Cliccare sulle foto per ingrandirle
A seguire le opere degli artisti e designer racchiuse ciascuna in una nicchia ricavata dai già citati fini "tendaggi" che conferivano ad esse un senso di intima sacralità e di respiro nell'osservarle; "divisori" che, grazie alle loro trasparenze, riuscivano allo stesso tempo a far dialogare le opere l'una con l'altra in una scoperta di stili, tecniche e materiali differenti utilizzati da ogni autore con una maestria creativa e artigiana davvero notevoli. Come l'opera "Simposio" di Martinelli Venezia, fondato da Carolina Martinelli e Vittorio Venezia, preziosi oggetti in ottone presentati come testimoni della memoria per enfatizzare il rito del convivio, o l'opera di Agustina Bottoni "Grappolo", ampolle di vetro soffiato che richiamavano gli acini dell'uva accompagnate da una salda struttura in ottone massiccio posta a sostenerle come un raspo, con i quali ha rievocato l'oggetto del candelabro come simbolo di calore. Opere che avrei voluto descrivere e raccontare una per una e che invito i lettori a scoprire sul sito dell'Azienda: un incontro tra arti, discipline, tradizioni, realtà e personalità diverse che, come in una grande opera wagneriana, hanno trovato il loro punto di incontro e di massima espressione nella grande tavola allestita a fine mostra, un vero e proprio omaggio alla convivialità.
Il drappeggio dorato che sopra vi risplendeva, la cura e la raffinatezza in ogni dettaglio e oggetto: gesti ed elementi che riportavano alla memoria il rito del preparare e del sedersi a tavola, sul cui ripiano spiccavano le sei bottiglie d'autore realizzate da ciascun artista e designer in stretto legame con la propria opera esposta. Tra queste la bottiglia di Uroš Mihić, maestro dell'origami applicato al design, che ha utilizzato la tecnica della piegatura della carta per creare forme geometriche connesse tra loro attraverso l'incastro, un dialogo che ha dato luogo a un bouquet di forme in divenire che mi ha ricordato anche i profumi del vino e il loro evolversi. E ancora la bottiglia di Beatrice Dettori, caratterizzata da un'essenzialità che ha dato energia alla sua materia, l'argilla e il ferro plasmati a mano, in forme di design senza tempo. Una cerimonia di arte, design e vino che ha celebrato il concetto di convivialità: condividere insieme e in maniera autentica l'arte dell'assaporare e del degustare, del creare relazioni, legami ed esperienze sociali pure, dell'ascoltare e raccontare "della tavola a tavola", quel momento reale che ci rende vivi e appagati, da custodire e mantenere saldo nel tempo.

(Fotografie di Elena Amodeo)
Informazioni progetto e mostra: "ORObyRUFFINO" orobyruffino.ruffino.it "ORObyRUFFINO. THE ART OF CONNECTION" Promosso da: Ruffino A cura di: Triennale Milano 8 - 13 aprile 2025 Triennale Milano
Comments