top of page

Giordano Bruno Guerri: riprendere in gloria e bellezza

GARDONE RIVIERA (BS). Dopo aver chiamato diversi operatori del settore a esprimere la propria opinione sulle ripercussioni dell'emergenza sanitaria negli ambiti degli investimenti in arte, dei musei, delle università e dell'antiquariato, del mercato e del sistema dell'arte in generale, vogliamo con ARTSTART incentrare ora l'attenzione sulle Istituzioni culturali attive sul territorio: rivolgiamo le nostre domande a Giordano Bruno Guerri, stimato intellettuale, storico, saggista, giornalista e accademico italiano, che tra i suoi attuali incarichi riveste quelli di Presidente e Direttore Generale della Fondazione Il Vittoriale degli Italiani e Direttore Generale di GardaMusei, associazione culturale che riunisce importanti realtà del gardesano e delle province limitrofe per favorire la promozione e valorizzazione del territorio. L'intervista si rivela anche occasione per ricordare che ricorre quest'anno il centenario del Vittoriale, una storia iniziata nel 1921 con la visita e l'acquisto della splendida villa a Gardone Riviera da parte di Gabriele d'Annunzio.


Nella foto: Giordano Bruno Guerri, Ph. Marco Beck Peccoz


Intervista di Vittorio Schieroni

Direttore ARTSTART


Vittorio Schieroni: Il settore dell'arte e della cultura sta vivendo un periodo difficilissimo, con un'emergenza che va ad aggiungersi a problemi strutturali preesistenti. Quali sono, secondo lei, gli effetti più preoccupanti che minacciano le istituzioni culturali italiane?


Giordano Bruno Guerri: Il principale problema è quello dell'occupazione, come per la maggior parte delle attività. L'altra preoccupazione ovviamente riguarda i bilanci, che sono disastrosi. Io temo infine che questa situazione inciderà molto sull'umore nazionale, individuale e generale perché riprendersi da una simile sciagura - da questa clausura più che dalla malattia - sarà molto difficile, soprattutto per i giovani.


Lei è Presidente e Direttore Generale della Fondazione Il Vittoriale degli Italiani e dirige importanti Istituzioni culturali e artistiche. Quali sono state le strategie che lei e i suoi collaboratori avete adottato per far fronte all'emergenza?


Prima di tutto abbiamo cercato di risparmiare il più possibile, di ottimizzare il lavoro; ovviamente vigiliamo sui possibili "ristori", come vengono chiamati. Allo stesso tempo però guardiamo al futuro e abbiamo approfittato della chiusura forzata per accelerare, intensificare, moltiplicare lavori di manutenzione, di restauro, di innovazione che avevamo già in progetto: attualmente al Vittoriale sono aperti cinque cantieri.


Il Vittoriale, di cui quest'anno festeggiamo il centenario, è un luogo unico e di grandissimo fascino, quel fascino che figure come Gabriele d'Annunzio riescono a mantenere e accrescere nel tempo essendo parte della nostra cultura e della nostra storia. In cosa consiste l'attualità del messaggio dannunziano ai nostri giorni?


Io direi che si può sintetizzare in due frasi meno note di d'Annunzio, due suoi motti che io amo molto. Uno è "conservare intiera la libertà fin nell'ebbrezza", quindi mantenere indipendenza in ogni senso, soprattutto di pensiero e di giudizio. L'altra è "non chi più soffre, ma chi più gode conosce", dove il godimento non è solo quello carnale, alla d'Annunzio, ma il godimento del bello, dell'arte, della natura, della vita. Ѐ un pensiero che va contro l'educazione penitenziale che ci è stata inculcata, per cui bisogna soffrire per essere bravi e buoni. Non è così: bisogna gioire per essere bravi e buoni. D'Annunzio poi, contrariamente a certi luoghi comuni, era un modernizzatore, un innovatore, un uomo che guardava sempre avanti: così cerchiamo di fare anche noi.


Nella gallery fotografica: Il Vittoriale degli Italiani, Ph. Marco Beck Peccoz


"D'Annunzio poi, contrariamente a certi luoghi comuni, era un modernizzatore, un innovatore, un uomo che guardava sempre avanti: così cerchiamo di fare anche noi".

GardaMusei è un'associazione culturale nata nel 2015 come rete per promuovere e valorizzare la cultura, l'arte e l'ambiente naturale dell'area del Lago di Garda, e non solo. Quali sono i principali punti di forza di un sistema con un'unica regia di coordinamento per diverse realtà sul medesimo territorio?


Le opportunità facendo rete si moltiplicano, ad esempio per quanto riguarda le mostre e i bandi, perché è più facile vincere presentandosi in rete che come singoli, ma anche per gli scambi culturali e per questioni organizzative. Per esempio attraverso una tessera che dà diritto a sconti su tutti i musei e i luoghi d'arte che fanno parte dell'associazione, oppure con la possibilità di organizzare gite scolastiche seguendo dei percorsi precisi. Dell'associazione GardaMusei fanno parte, per rimanere fuori dal Garda, la Casa Museo di Puccini e la Casa Museo di Pascoli, recentemente è entrata nel circuito anche la Fondazione Collodi: sono tre sedi in Toscana dedicate a tre grandissimi personaggi che possono essere comprese in un'unica gita scolastica. Se poi si volesse allungare il percorso si potrebbe aggiungere anche la Casa Museo di Marconi in Emilia e si potrebbe poi proseguire felicemente andando al Vittoriale, dove troviamo d'Annunzio, oppure a Sirmione, dove come lei sa ha vissuto un altro grande Poeta.


Di che natura dovrebbero essere, secondo lei, gli interventi pubblici per sostenere in questo periodo di emergenza un'istituzione culturale o una rete di istituzioni?


Prima di tutto bisognerebbe accelerare la riapertura, perché le chiusure fatte con l'accetta, schematicamente, non sono logiche. Le faccio un esempio: perché chiudere anche i parchi dei musei che hanno un parco? Il Vittoriale ha dieci ettari di parco, ma non è l'unico caso in Italia, ce ne sono molti. In dieci ettari di parco possono stare migliaia di persone distanziatissime senza nessun pericolo. In realtà si è sempre detto che nei musei non va nessuno, ci si è sempre lamentati di questo ed ora trattarli alla stregua di luoghi dove ci si affolla è un controsenso. Noi siamo in grado di condurre visite guidate, come abbiamo fatto questa estate, riducendo i partecipanti da dieci a sei; potremmo riprendere subito, solo che bloccare tutta la Lombardia in zona "Rossa" non consente neanche questo. L'aiuto, poi, deve essere sostanzialmente economico, perché il danno è stato enorme e a quello bisogna pensare: il Vittoriale ha perso nel 2020 due milioni di euro su un bilancio di tre milioni e mezzo.


Nella foto: Giordano Bruno Guerri, Ph. Marco Beck Peccoz


"È il caso di mettere a frutto questa brutta esperienza per cercare di migliorare il sistema, per esempio incorporando dei musei, costituendo delle reti e ottimizzando il tutto: un'operazione che va fatta e questa è l'occasione".

Cosa ne pensa dell'intervento privato in affiancamento all'azione pubblica?


Sono assolutamente favorevole, tant'è vero che nel 2010 ho privatizzato il Vittoriale. Tutti i Governi dagli inizi degli anni Novanta hanno chiesto a Enti e Fondazioni di privatizzare; noi l'abbiamo fatto, rinunciando al finanziamento pubblico in cambio di maggiore elasticità e autonomia di gestione. La cosa ha funzionato, infatti ci siamo potuti permettere molti nuovi lavori e abbiamo avuto perfino dei guadagni, perché si può anche guadagnare con i musei e reinvestire negli stessi musei. Abbiamo anche ottenuto più finanziamenti, perché il privato finanzia più volentieri un altro privato, anche se ovviamente la privatizzazione è sui generis, perché il museo rimane un bene pubblico. La legge sull'"Art bonus" è un'ottima legge, di cui dobbiamo dare atto al Ministro Franceschini, che mancava e che funziona. Per questi motivi la collaborazione con i privati è essenziale.


Per concludere, vorrei porle una domanda guardando al futuro: come uscirà secondo lei il nostro sistema culturale da una crisi come quella che stiamo vivendo?


Io credo che le grandi Istituzioni ne usciranno, più o meno lentamente, ma ne usciranno comunque e a volte anche bene. Il mio timore è per i piccoli musei, per le piccole fondazioni, che potrebbero non riprendersi più. Allora forse è il caso di mettere a frutto questa brutta esperienza per cercare di migliorare il sistema, per esempio incorporando dei musei, costituendo delle reti e ottimizzando il tutto: un'operazione che va fatta e questa è l'occasione.

Vorrei anche dire che per noi il futuro parte da quest'anno, perché quest'anno è il Centenario del Vittoriale. D'Annunzio arrivò a Gardone Riviera il 28 gennaio del 1921 per vedere la casa, gli piacque, la voleva soltanto per sei mesi per finire il Notturno, poi si è innamorato del luogo, l'ha comprata e donata allo Stato, è rimasto lì fino alla morte nel '38. Per noi quindi quest'anno è importantissimo e lo celebreremo in vari modi, ma soprattutto alla riapertura potremo presentare i lavori che abbiamo portato avanti durante la clausura, cioè la pulizia e il restauro completo di Piazzetta Dalmata, dell'Esedra, delle facciate della Prioria, che sono tornate ai colori originali, la pavimentazione in marmo rosso dell'Anfiteatro, che era sempre rimasto in cemento, una ferita di cemento nel cuore del Vittoriale. Abbiamo restaurato l'aereo S.V.A. del volo su Vienna, i cannoni, abbiamo iniziato i lavori per trasformare la casa dell'Architetto Maroni in un museo dedicato all'edificazione del Vittoriale. Ci accingiamo quindi a riprendere in gloria e in bellezza.


I miei migliori auguri, allora, per una prossima riapertura e perché la storia di questo meraviglioso luogo continui con successo affascinando le nuove generazioni come ha affascinato tutti noi.




L'intervista è stata rilasciata da Giordano Bruno Guerri a Vittorio Schieroni il 20 gennaio 2021.


Le immagini che accompagnano il testo sono state gentilmente fornire dall'Ufficio Stampa del Vittoriale e sono state scattate da Marco Beck Peccoz.


bottom of page